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"Dantedì" giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri - Applicazioni, Pubblicazioni elettroniche, Video - "Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico - Il Loglio"

giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri




Applicazioni-Pubblicazioni elettroniche-Video



Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico

Un Progetto di Virginia Valzano, Rita Accogli, Gabriella Sartor e Maurizio Romani

“Non avea pur natura ivi dipinto,
ma di soavità di mille odori
vi facea uno incognito e indistinto.”
Purgatorio VII vv. 79-81

 


Il Loglio (Lolium temulentum L.)


loglio


Nome Comune: Loglio ubriacante, zizzania

Nome Scientifico: Lolium temulentum L. subsp. temulentum

Nome Inglese: Loglio

Famiglia: Graminaceae (Poaceae)

Etimologia del nome: deriva dal nome latino "Lolium", menzionato sia da Plinio che da Virgilio come pianta nociva alla vista. L’epiteto "temulentum" deriva da "temuléntia" o ubriachezza, perché gli animali che lo ingeriscono vanno incontro a intossicazione, senso di ubriachezza, instabilità posturale e motoria.

Note: Il Loglio, meglio noto con il nome di Zizzania, è una pianta infestante che segue le colture dei cereali, soprattutto quella del frumento. Appartiene anch’essa alla Famiglia delle Graminaceae, per cui si può distinguere dal grano solo durante la fase di spigatura. Veniva menzionata anche nella Bibbia come malerba che disturba e nuoce ad altre piante e nel Vangelo, dove la “parabola della zizzania” racconta di una persona buona che si ritrovò il campo di grano infestato dal loglio seminato per dispetto da un vicino cattivo; invece di distruggere tutto il raccolto, l’uomo ordinò ai suoi servi di separare il loglio dal grano, raccogliendo il primo in fasci da bruciare e poi il frumento. Negli anni, la traslazione del termine zizzania è stata utilizzata per indicare contrasti, discordie e “mettere zizzania” per indicare azioni che volutamente provocano dissapori e liti.
Il termine "temulentum" significa “ubriacante” e si riferisce agli effetti provocati dalla pianta quando viene parassitata da Claviceps purpurea (Fr.) Tul., un fungo che produce elevate quantità di alcaloidi ergolinici (il più noto è l’ergotamina) che hanno come nucleo l’acido lisergico. Partendo dall’ergotamina, nel 1943 Albert Hofman scopriva l’LSD (dietilammide dell’acido lisergico) e, nel 1979, le sue proprietà allucinogene.



Il Loglio nella Divina Commedia





Purgatorio, Canto II, versi 124-129

Come quando, cogliendo biado o loglio,
li colombi adunati a la pastura,
queti, sanza mostrar l’usato orgoglio,

se cosa appare ond’elli abbian paura,
subitamente lasciano star l’esca,
perch’assaliti son da maggior cura;


Parafrasi: Come quando i colombi, beccando biada o loglio, radunati per il pasto, tranquilli e senza mostrare il consueto orgoglio, se appare qualcosa che li spaventa lasciano subito il cibo perché sono assaliti da una preoccupazione maggiore;


Paradiso, Canto 12, versi 118-120

e tosto si vedrà de la ricolta
de la mala coltura, quando il loglio
si lagnerà che l’arca li sia tolta.


Parafrasi: e presto ci si accorgerà del raccolto di questa cattiva coltura, quando il loglio (i francescani degeneri) si lagnerà di non essere messo nel granaio (coi francescani fedeli).



Il Loglio nel Salento


L’elevato potere infestante del Loglio e la sua notorietà di pianta velenosa, atterrisce sia i contadini che gli allevatori che portano al pascolo gli animali ruminanti. Infatti, a Corsano, comune della provincia di Lecce, viene chiamata “erba stampagna”, (il termine dialettale "stampagnare" viene utilizzato al posto di spiaccicare, schiacciare, rovinare qualunque oggetto o essere vivente), perché le mucche e le pecore ne sono ghiotte ma poi vanno incontro a dissenteria, stordimento, nausea, sintomi che possono durare qualche giorno o perdurare sino a sfiancare l’animale.
Secondo i dettami della Bibbia, le massaie salentine erano solite vagliare attentamente i semi di frumento, dopo la battitura e ventilazione delle spighe mietute.

Descrizione Botanica


Portamento: Il Loglio, o Zizzania, è una pianta erbacea annuale (Terofita), esile, con radice profonda 5-10 cm, molto ramificata e fusti che raggiungono altezze tra i 20-70 cm, solitari, eretti o un po’ incurvati.

Foglie: Le foglie hanno una parte basale membranacea, detta guaina, con la quale avvolgono il fusto, ed una lamina breve, larga appena 4-10 mm, piana, senza peli visibili.

Fiori: I fiori sono riuniti in spighe lineari, composte da spighette di 3-8 fiori. Ogni fiore ha un’unica glumetta ed un lemma di 6 mm con resta apicale lunga 8-10 mm.

Frutti: Il frutto è una cariosside a forma trigona, affusolata.


Habitat

Il Loglio è una specie ubiquitaria, può attecchire in tutte le colture dei cereali, sino a 1400 metri di quota. Ha una distribuzione molto ampia nel nostro pianeta, pertanto, viene indicata come specie Subcosmopolita.


Raccolta

Il Loglio si può distinguere meglio dal frumento solo al momento della spigatura, quindi tra maggio e giugno. L’eliminazione manuale delle piante che infestano i campi di grano è praticamente impossibile, a causa della mietitura meccanizzata, mentre più facile è la separazione dei semi con appositi vagli.

Utilizzo

Non si conosce un uso zootecnico del Loglio, anzi, gli allevatori cercano di evitare che i ruminanti al pascolo si imbattano in tale specie.

Proprietà e benefici

A maturazione, le cariossidi del Loglio contengono glicosidi amari, tannini, acidi grassi, cere e un alcaloide, la temulina, che può causare gravi intossicazioni. In Fitoterapia, i preparati ottenuti dai semi del Loglio vengono impiegati come analgesici, antiinfiammatori, antispasmodici, ma se ne raccomanda un utilizzo limitato a causa dell’elevata tossicità della temulina.

 

Vedi anche:

https://www.biofuturo.net/index.php/it/dantedi/il-loglio-lolium-temulentum-l



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