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"Dantedì" giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri - Applicazioni, Pubblicazioni elettroniche, Video - "Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico - L'Iris"

giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri




Applicazioni-Pubblicazioni elettroniche-Video



Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico

Un Progetto di Virginia Valzano, Rita Accogli, Gabriella Sartor e Maurizio Romani

“Non avea pur natura ivi dipinto,
ma di soavità di mille odori
vi facea uno incognito e indistinto.”
Purgatorio VII vv. 79-81

 


L'Iris (Iris florentina L.)


iris iris


Nome Comune: Giaggiolo bianco, Iris biancastro, Giglio di Firenze

Nome Scientifico: Iris florentina L.

Nome Inglese: Iris

Famiglia: Iridaceae

Etimologia del nome: Il nome deriva dal lat. class. "iris", che a sua volta è dal gr. ἴρις . L’epiteto florentina deriva da "Florentia", antico nome della città di Firenze.

Note: Il Giglio di Firenze, detto anche Giglio bottonato, è un termine utilizzato in araldica per indicare il giglio sbocciato (fiore dell'iris simile al lilium), con cinque petali (tre principali e due stami bocciolati) e con delle ramificazioni inferiori disposte in maniera simmetrica. Oggi, come in tempi remoti, questo Giglio è simbolo della città di Firenze.
Non si conosce l’epoca di adozione di questo simbolo e si suppone che sia dovuto al fatto che il Genere "Iris", e soprattutto il Giaggiolo bianco ("Iris florentina"), è presente nei dintorni di Firenze con popolamenti frequenti e ad alta densità. Probabilmente, il nome Florentia venne attribuito alla città dai Romani intorno al 59 a.C., per i festeggiamenti in onore della dea Flora che si svolgevano tra il 28 aprile e il 3 maggio, epoca di fioritura del giaggiolo.
Inizialmente, lo stemma aveva un giglio d’argento su sfondo rosso, ma quando nel XII secolo, i Guelfi scacciarono i Ghibellini, scelsero come stemma il giglio rosso, che si è tramandato sino ai nostri giorni.

il Giglio di FirenzeIl Giglio di Firenze



L'Iris nella Divina Commedia





Paradiso, Canto XVI, versi 151-154

con queste genti vid’io glorioso
e giusto il popol suo, tanto che ‘l giglio
non era ad asta mai posto a ritroso,

né per division fatto vermiglio».

Parafrasi: con queste famiglie vidi il popolo fiorentino così glorioso e giusto che il giglio non era mai trascinato nella polvere con l'asta rovesciata, né per divisioni interne era ancora diventato rosso».



L'Iris nel Salento


La Flora salentina annovera Iris germanica L. (Giaggiolo paonazzo) e Iris florentina (Giaggiolo bianco) come specie esotiche naturalizzate, da anni ormai sfuggite alla domesticazione nei giardini privati e parchi pubblici dove erano coltivate a scopo ornamentale e diffuse tra le aree ruderali, ai margini delle strade e negli spazi incolti. Questo è dovuto anche alla grande capacità della specie di propagarsi per frammentazione del rizoma ed alla sua elevata capacità di adattamento.


Descrizione Botanica


Portamento: Il Giaggiolo bianco ("Iris florentina") è una pianta perenne provvista di un rizoma strisciante che vive a livello del terreno, spesso ne fuoriesce. Il rizoma è formato da tanti segmenti oblunghi, ognuno di essi produce ogni anno due nuovi segmenti, all’apice dei quali si sviluppano foglie e fusto fiorale. La parte più infossata del rizoma produce grosse radici cilindriche lunghe 10-15 cm.

Foglie: Le foglie sono a forma di spada, lunghe sino a 40 cm, di color verde glauco, pruinose; le due metà della lamina è come se fossero ripiegate longitudinalmente lungo la nervatura mediana, risultando affacciate come le pagine di un giornale ma, nella parte inferiore, formano una specie di guaina che avvolge e ingloba la base della foglia successiva, formando un ventaglio nel mezzo del quale si erge il fusto.

Fiori: I fiori sono in numero di 3-4, riuniti alla sommità del fusto e sbocciano in maniera scalare. I fiori ancora in boccio sono compresi in due brattee di consistenza membranacea che dopo la fioritura possono cadere; sono composti da sei pezzi fiorali, tre esterni incurvati verso il basso e tre interni eretti, con l’apice ricurvo verso il centro.

Frutti: Il frutto è una capsula a tre comparti che contiene pochi semi sferici di colore marrone scuro.


Habitat

Cresce nella zona mediterranea raggiungendo la zona submontana come limite altimetrico. In Italia è presente in ogni regione, ma soprattutto in quelle centrali e meridionali.


Raccolta

A scopo officinale, vengono raccolti i rizomi, quando la pianta è in riposo vegetativo, cioè in estate. Il rizoma va privato delle radici, pelato ed essiccato all’ombra.

 

Utilizzo

Oltre al suo valore ornamentale, il Giaggiolo bianco viene utilizzato in profumeria e in erboristeria. I rizomi vengono utilizzati in liquoristica e in profumeria per il loro profumo intenso e gradevole, tanto più intenso quanto più si lasciano stagionare (almeno due anni).


Proprietà e benefici

Grazie alla presenza di principi attivi quali olio essenziale (acido miristico, linalolo, geraniolo) e iridina, al Giaggiolo vengono attribuite proprietà espettoranti, rinfrescanti e di blando purificante della pelle e delle mucose.

 

Vedi anche:

https://www.biofuturo.net/index.php/it/dantedi/liris



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