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"Dantedì" giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri - Dialoghi al femminile : Il Dantedì e la valorizzazione della lingua italiana

giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri



Dantedì 2021


Dialoghi al femminile



  • Il Dantedì e la valorizzazione della lingua italiana

“Così ha tolto l'uno a l'altro Guido
la gloria della lingua;e forse è nato
chi l'un e l'altro caccerà del nido.”

Purgatorio XI vv. 97-99


La stesura di questo nostro testo è scaturita da un duplice obiettivo:

- potenziare la valorizzazione della nostra identità culturale, all’interno della quale, la lingua italiana riveste un’importanza fondamentale e irrinunciabile;

- ribadire l’importanza del possesso di competenze nelle lingue straniere, adeguate al ruolo di potenziali cittadini del mondo.

Il 4 febbraio 2017, a un mese di distanza dalla morte di Tullio De Mauro, fu stilato un testo intitolato “Contro il declino dell’italiano a scuola. Lettera aperta di 600 docenti universitari”, indirizzato al Presidente del Consiglio, alla Ministra dell’Istruzione, al Parlamento.

In esso era stato delineato un quadro preoccupante sulle scarse competenze linguistiche delle giovani generazioni, dal quale ha preso l’avvio il proposito di arginare l’inadeguato utilizzo della lingua italiana, con una serie di rimedi, unito al progetto della sua valorizzazione.

Pier Paolo Pasolini, in “Nuove questioni linguistiche”, apparso su “Rinascita” il 26 dicembre 1964, aveva parlato di una sorta di mutazione della lingua, sempre più finalizzata ad un uso specifico, legato ai nuovi mezzi di produzione industriale, fino a definirla, in modo critico, “italiano tecnologico”.

Certamente, gli anni del dopoguerra e del boom economico erano anni di grande trasformazione e la lingua, lo sappiamo, è uno strumento comunicativo fortemente connesso al periodo storico, al contesto geografico ed ai cambiamenti sociali e culturali, che le chiedono di essere espressi.

Uno degli aspetti della globalizzazione è caratterizzato dalla necessità di crescente utilizzo dell’inglese nel linguaggio commerciale e finanziario internazionale.

Pur comprendendone la contingente utilità, non vorremmo, però, che essa portasse con sé la progressiva prevalenza di termini stranieri, senza alcun limite ed in ogni ambito, anche in quelli civili e sociali, dove noi disponiamo di un patrimonio, per altro, ricchissimo ed adeguato alle finalità comunicative.

Claudio Marazzini, docente universitario, autore di vari libri, tra cui “La lingua italiana. Profilo storico”, presidente in carica dal 2014 all’Accademia della Crusca, rieletto a luglio 2020, ha sottolineato la profonda trasformazione della lingua, una trasformazione generazionale; ma, si è anche chiesto se essa sia limitata ai giovani o se coinvolge, in modo inarrestabile, fasce sempre più vaste di popolazione.

La domanda è di grande interesse. Indubbiamente, assistiamo ad una prassi sempre più diffusa: farcire la nostra lingua con parole straniere.

Si è parlato di utilizzare soltanto la lingua inglese in alcuni corsi di laurea dei nostri atenei. Nel 2011, il Senato Accademico del Politecnico di Milano aveva deliberato l’adozione esclusiva della lingua inglese in ogni corso di laurea magistrale e di dottorato.

Contributo decisivo alla revisione di tale proposta è stato dato dall’Accademia della Crusca, grazie alla quale la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza n. 42/2017, con cui è stata esclusa la legittimità di interi corsi di studi tenuti in lingua diversa dall’italiano.

Il fine riconosciuto è stato quello di “garantire pur sempre una complessiva offerta formativa che sia rispettosa del primato della lingua italiana, così come del principio d’eguaglianza, del diritto all’istruzione e della libertà d’insegnamento”.

E’ importante ricordare il crescente interesse per l’italiano da parte di studenti stranieri: in base a quanto, di recente, ha affermato la Società Dante Alighieri, il loro numero registra un incremento del 4%; oggi vi sono all’estero più di 2.000.000 di persone che studiano italiano.

Citiamo un parere autorevole: “I poli di italianità linguistica e culturale nel mondo vanno preservati e, se possibile, rafforzati, migliorandone l’efficienza e il coordinamento, non solo per tenere fede a imprescindibili esigenze di decoro istituzionale, ma anche perché si tratta di organismi in grado di svolgere un’importante funzione di stimolo e di rilancio dell’economia nazionale”.

Questo è quanto sostiene Pietro Trifone, rettore dell’Università per stranieri di Siena dal 1996 al 2004. Autore di numerosi libri, di cui l’ultimo “Città italiane, storie di lingue e di culture” del 2015, con Luca Serianni ha curato “Storia della lingua italiana” in tre volumi.

Quello che preoccupa è che si vada indebolendo in noi l’orgoglio di possedere una lingua sorta su basi profonde, ricche e articolate e nutrita dalla nostra storia letteraria. Preoccupano altresì una tacita convinzione ed una conseguente accettazione, da parte di tanti Italiani, di un ruolo inadeguato della nostra lingua, da potenziare, quindi, con altre scelte lessicali straniere.

Sotto gli occhi di tutti è il dilagare progressivo dell’utilizzo di “anglicismi”, troppe volte sproporzionato rispetto alla sua oggettiva utilità, anche nei casi in cui disponiamo di parole appropriate per esprimere i medesimi contenuti.

Naturalmente, l’intento di queste nostre considerazioni non vuole essere quello di escludere i contributi che altre lingue possono portare né, tanto meno, quello di relegare al secondo posto la conoscenza delle lingue straniere.

L’appello è rivolto a quelle istituzioni culturali, politiche ed amministrative che hanno il dovere di tutelare la nostra lingua, nella quale recenti indagini di settore hanno già rilevato la presenza di 4.000 anglicismi.

Il percorso di valorizzazione della lingua italiana è arrivato con la legge 482 del 1999 (Art. 1), con la quale la Camera dei Deputati ha completato l'articolo 6 della Costituzione, attraverso la dichiarazione: "La lingua ufficiale della Repubblica è l'italiano."

Crediamo sia arrivato il momento di soffermarci sul riconoscimento del valore della nostra cultura letteraria, di cui la lingua italiana è un elemento essenziale.

Fin dal Medio Evo, grazie a Dante, la lingua italiana è stata la base per l’unità culturale della penisola ed ha alimentato quell’idea unitaria che ha poi visto la sua realizzazione politica nel 1800, pur con dei nodi ancora da sciogliere.

Ci rincresce costatare il fatto che l’italiano risulti ancora escluso in alcuni documenti ufficiali e venga spesso sostituito con l’inglese anche nelle sedi pubbliche e in numerose attività promozionali sostenute da enti locali, finalizzate a favorire la conoscenza del territorio e delle sue attrattive, come faceva anche notare, in un suo articolo, pubblicato il 27 ottobre 2019 sul “Nuovo Quotidiano di Puglia”, Rosario Coluccia prof. emerito dell’Università del Salento e accademico della Crusca.

In quello stesso articolo, che noi condividiamo, egli si chiedeva: “perché dobbiamo continuare a pensare che una buffa locuzione straniera sia più attrattiva della lingua italiana? Ma tant’è, il provincialismo ammantato di esterofilia è il morbo dei nostri giorni. Ce ne libereremo, una buona volta?”

Da più parti, per fortuna, alla nostra lingua viene riconosciuto il grande valore di essersi formata basandosi sulla Divina Commedia, “Poema nazionale” al quale è assegnato il ruolo fondamentale per la formazione della lingua italiana.

Va anche sottolineato che questo fenomeno è avvenuto con largo anticipo rispetto alla creazione di una lingua nazionale in altri paesi europei, come Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna.

Dante nelle sue parole ci lascia comprendere (non soltanto nel De Vulgari Eloquentia) che la lingua è da considerarsi come un meraviglioso ed articolato strumento espressivo destinato all’evoluzione, portato a confrontarsi, magari includendole, con altre scelte linguistiche, ma che non si deve rinunciare all’utilizzo ottimale delle sue peculiari potenzialità.

Noi riteniamo che la lingua italiana per le sue qualità espressive può assurgere a “strumento” irrinunciabile nella letteratura mondiale: è dovunque riconosciuto nel mondo il valore della Divina Commedia e sono significative le numerose opere di autori italiani studiate e tradotte in molte lingue.

Ci auguriamo che questa moderna “questione della lingua” sia oggetto di studio e punto di partenza di un necessario progetto di valorizzazione, già a partire dal 2021, anno di Dante, padre della lingua italiana.

Confidiamo più che mai nel ruolo dell’Accademia della Crusca, il cui scopo, espresso nell’articolo 1 del suo statuto e sinora egregiamente perseguito dai suoi accademici e presidenti che si sono susseguiti nel corso degli anni, è di "sostenere la lingua italiana, nel suo valore storico di fondamento dell’identità nazionale, e di promuoverne lo studio e la conoscenza in Italia e all’estero".

L’Accademia della Crusca ha fortemente sostenuto l’istituzione della giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, individuata nel giorno 25 marzo, data nella quale, secondo gli studiosi, il Poeta dette inizio al suo viaggio ultraterreno.

La proposta, avanzata dallo scrittore e giornalista Paolo Di Stefano, in vista del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, come già sappiamo, è stata immediatamente sostenuta dal Presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, che ha coniato il termine “Dantedì”, un termine tutto italiano che ci piace molto. E’ stata accolta con entusiasmo da molte realtà culturali del paese, dal Ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini e dal Consiglio dei Ministri che l’ha approvata il 17 gennaio 2020.

La prima edizione della giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, è stata esclusivamente digitale a causa dell’emergenza “coronavirus”.

Probabilmente lo sarà, purtroppo, anche la seconda edizione.

Noi continueremo, comunque sia, i nostri dialoghi virtuali su Dante e, possibilmente, anche direttamente di persona (come nei mesi di luglio e agosto 2020), avviati il 25 marzo dello scorso anno e liberamente accessibili online all’indirizzo: <http://www.ceit-otranto.it/index.php/progetti/362-dantedi>.

Come abbiamo già affermato in uno di questi dialoghi, Dante è l’unico nostro classico delle cui pagine la lettura avviene in molte occasioni in pubblico, a partire dalla metà del 1300: saranno in molti a ricordare che in quel periodo, il Comune di Firenze affidò a Giovanni Boccaccio l’incarico di leggere ad alta voce i canti del poema, iniziativa accolta con gratitudine dai Fiorentini. Purtroppo, le condizioni di salute non permisero all’illustre lettore di andare oltre il canto XVII dell’Inferno, ma, intanto la scintilla dell’amore per Dante era scoccata.

Già d’allora, i motivi della passione per Dante, il desiderio di leggere ed ascoltare i suoi versi, d’impararli a memoria e di studiare la Divina Commedia sono sempre stati numerosi e diversi.

La ragione universalmente riconosciuta della sua grandezza sta nel fatto che Dante è il creatore della lingua italiana, grazie alla quale riesce a toccare le sorgenti più profonde delle nostre emozioni con la sua fantasia visionaria, con la sua energia documentaria e con l’appassionata forza dell’amore.

Il suo “ardor del desiderio” esige, ottenendola, simpatia, nel senso etimologico del termine, condivisione del pathos, dell’amore: per l’essere umano, la politica, il paesaggio, la musica e la natura della quale parla sempre con grande interesse e rispetto, rivendicando il diritto-dovere dell’uomo a vivere in armonia con essa e con gli altri. In questo terzo millennio, in un periodo così critico, noi tutti dobbiamo recepire, più che mai, il messaggio di Dante.

Concludiamo queste nostre considerazioni con la dichiarazione di Dario Franceschini "Dante è l'unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l'idea stessa di Italia" e con la speranza di poterci pian piano liberare di quel “provincialismo ammantato di esterofilia” come lo definisce Rosario Coluccia e di rafforzare la valorizzazione della nostra identità culturale, all’interno della quale, la lingua italiana riveste un’importanza fondamentale, irrinunciabile.

 

Lecce, Udine, Bristol, Leverano, Roma, Milano, 03-01-2021

Virginia Valzano, Gabriella Sartor, Sonia Biliotti, Aurora Valzano, Elisa Biliotti, Antonella Ambriola

Unite idealmente in Italia e nel mondo nel nome di Dante.


Hanno condiviso questo documento:

Giuseppina Passiante, Katia Mannino, Giovanna Gallo, Michela Cigola, Sabina Tuzzo, Katia Luzio, Ilaria Trizio, Tetti Minafra, Gloria Taliani, Maria Pia Sibilia, Gabriella Bustini, Alice D’Arpa, Francesca Lucarella, Laila Lucarella, Valentina Laudizi, Federica Laudizi, Anna Merlo, Maristella Cescutti, Letizia Burtulo, Liliana Mauro, Rita Turissini, Loredana Marangone, Maria Teresa Arillotta, Patrizia Socci, Marisa Gerussi, Lucia Scalera, Lucia Maddalena, Addolorata Salvatore, Franca Tommasi, Maria Grazia Maritati, Chiara De Nunzio, Luciana de Crescenzo, Francesca Fiorella, Anna Trono, Silvana Sardone, Rosa Maiello, Paola Gargiulo, Giuseppina Romanello, Marta Balzani, Alba Milella, Rita Accogli, Isabella Scardia, Angela Albanese, Rosaria Rinaldi, Maria Cassella, Maria Sofia Perrone, Lucia Della Corte, Maria Regina Maggiore, Antonella Toni, Caral Pinto, Delia Cosumano, Elisabetta Paladino, Daniela Bianchi, Ida Tavano, Annarita De Nardo, Antonietta Campo, Maria Case, Carla Veratelli, Livia Mariuz, Paola Botter, Livia Gasperini, Nicoletta Bortuzzo, Sandra Bortuzzo, Maria Teresa Brida, Angelica Venturini, Maria Concetta Fiore, Sara Trevisan, Melina Lombardo, Martina Giuliana, Lucrezia Pinto, Alessandra Nuti, Anna Maria Di Pascale, Giulia Piccolino, Claudia Paludetto, Marta Zanzotto, Patrizia Zin, Elisabetta Marin, De Biasi Severina, Laura Morandini, Paola Mazzola, Rosanna Perini, Maria Gallo, Emanuela Ermacora, Valeria Nadalin, Angela Del Cet, Patrizia Vuano, Maria Montecchi, Jenny Caicedo, Lara Zani, Elena Topan, Maria Rosa Rossi, Daniela Marangone, Luciana Carrera, Edy Castiglione, Giulia Battaglia, Rosanna Nassimbeni, Katia Santochi, Cristina Imbasciati, Chiara Mondini, Gabriella Regini, Ariella Sponza, Renata Mirolo, Ramona De Donno, Rossella Pinto, Silvia Perrone, Elisabetta Mangino, Ester Pedone, Anna Maria Gustapane, Francesca De Blasi, Dina Lasaponara, Livia Manganaro, Martina Putignano, Franca Sangiorgio, Rossella Cataldo, Rita Caforio, Paola Valentini, Dalida Iualè, Francesca Alba Beatrice Ronchi, Sara Colizzi, Elena Colizzi, Monica Crepaldi, Elisa Fabris, Gordana Dodic, Stella Carrera, Grazia Bongiorno, Brunetta Di Lenardo, Livia Zanzotto, Bruna Del Bianco, Sara Montagnese, Sandra Dri, Maria Letizia Pozzuto, Maria Vidal, Tiziana Campo, Maria Gabriella Campo, Chiara Malamocco, Giulia Crispo, Cécile Bochniak, Marisa Elia, Giorgina Elia, Angiola Letizia, Silvia Tanza, Rosanna Marinosci, Maristella Mazzotta, Paola Solombrino, Gianna Brindisino, Serenella Scardia, Rita Elia, Annalisa Presicce, Maria Lippolis, Rossella Galantucci, Daniela Bellina, Cristina Marsili, Virginia Di Marco, Nicoletta Aronica, Nadia Monai, Daniela Zaninotto, Cecilia Di Leo, Cristina Mazzocco, Cristina Marsili, Annarita De Nardo, Elena Pucci, Marinella Turco, Patrizia Gualducci, Rossana Vincenti, Laura Orlandoni, Paola Lotto, Tecla Zasso, Michela Martelli, Carla Ferrari, Silvia Botter, Giuliana De Nardin, Giuliana Rosso, Manuela Gargioli, Norina Pascolo, Giulia Ferrari, Martina Martelli, Maria Rotunno, Silvana Marinosci, Grazia Semeraro, Antonella De Robbio, Mariagrazia Borlizzi, Isabella Tammone, Giulia Lami, Maria Cristina Sansò, Chiara Della Rocca, Claudia Della Rocca, Caterina Gerardi, Alessia Calò, Gabriella Zammillo, Patrizia Villani, Valentina Ndou, Barbara Pezzulla, Florinda Notarstefano, Anna Rita Venneri, Gabriella Sava, Antonella De Donno, Angela Margiotta, Lara Valzano, Gisella Del Pin, Alessandra Missana, Deanna Compagnoni, Chiara Tempo, Lauretta Novello, Gabriella Guerzoni, Elisabetta Montico, Lucia Turello, Cecilia Camerot, Paola Granziera, Marcella Ferro, Mirella Zomero, Luisita De Trizio, Marilena Esposito, Fides Banelli, Francesca Marzinotto, Lara Bergamasco, Gabriella Pappadà, Sabrina Ballardin, Glorietta Basaldella, Immacolata Tempesta, Antonella Ciccarese, Adina Paticchia Parlangeli, Stefania Biagioni ........................

 

Hanno aderito:

Franco Favilli, Paolo Miccoli, Michele Campiti, Stefano Minerva, Diego Pallara, Fabio Pollice, Pierpaolo Limone, Mauro Biliotti, Bruno Ciccarese Gorgoni, Carlo Sempi, Livio Clemente Piccinini, Antonio Leaci, Giorgio De Nunzio, Aldo Pinnetta, Francesco Zanzotto, Alfredo Nicolò Zanzotto, Domenico Della Corte, Giuseppe Valenti, Domenico Lucarella, Stefano Bigongiali, Riccardo Bigongiali, Domenico Maggiore, Umberto Parrini, Amerigo Cherici, Mario Fiorella, Gianluca Fiorella, Ferdinando Boero, Mario Pendinelli, Salvatore Colazzo, Andrea Scardicchio, Franco Tommasi, Gabriele Conte, Andrea Vincenzo De Nunzio, Francesco De Nunzio, Tommaso Di Sabato, Michele Mossa, Gianni Laudizi, Raffaele Casciaro, Giovanni Mastronuzzi, Giuseppe Grassi, Federico Gandolfi, Andrea Nanetti, Michele Carriero, Alessandro Montinaro, Carlo Augieri, Mario Tarricone, Fulvio Tornese, Antonio Valacca, Antonio Perrone, Michele Berretta, Enzo Del Cet, Daniele Casco, Lorenzo Zavagna, Giovanni Zavagna, Mario Trevisan, Alessandro Zanvettor, Pietro Mastromonaco, Angelo Rossi, Roberto Zini, Luigi Moreale, Daniele Stroppolo, Aldo Italiani, Riccardo Del Cet, Gabriele Del Cet, Gianni Cuttini, Andrea Autero, Elio Paiano, Tommaso Massari, Andrea Gargiulo, Gioacchino Palma, Mauro Durante, Giuseppe Valzano, Marco Piccolino, John Fischetti, Daniele Morandini, Francesco Vetruccio, Michele Zannoni, Davide Merlitti, Filippo Brogi, Alfredo Ronchi, Fernando Strafella, Francesco Solombrino, Luigi Solombrino, Livio Ruggiero, Stanislao Natali, Enzo Borsellino, Antonio Colizzi, Gianni Gandi, Alessio Boggero, Filippo Zanvettor, Marco Zanvettor, Roberto Mio, Marco Piasentier, Alberto Piasentier, Edoardo Battaglia, Andrea Trevisan, Bruno Lucatello, Ruggero Montagnese, Edi Piasentier, Lorenzo Amat, Davide Bigongiali, Pietro Pavone, Antonio de Raho,  Pasquale Mangino, Pierluigi De Cosmo, Salvatore De Masi, Gianluca Quarta, Angelo Salento, Oronzo Limone, Alberto La Tegola, Antonio Mongelli, Giuseppe Micelli, Giorgio Assennato, Cosimo Metrangolo, Paolo D'ambrosio, Augusto Spicchiarelli, Tommaso Farenga, Andrea Spedicati, Plinio Lippi, Gabriele Lunati, Fabrizio Avella, Erasmo Frescaroli, Italo Coccolo, Maurizio Romani, Gabriele Rossi, Antonio Cantore, Gianluigi Forti, Cesare Giannotta, Giuseppe Pascali, Antonio Della Rocca, Massimo Melillo, Gianfranco Rella, Amilcare D’Andria, Massimo Toraldo, Gianluca Greco, Mario Valacca, Alfredo Castellano, Demetrio Ria, Giovanni Zurlino, Antonio Terlizzi, Maurizio Vetrugno, Alessandro Distante, Giovanni Ciccarese, Adriano Barra, Angelo Lazzari, Graziano Barca, Stefano Bertolissi, Rocco Cacciola, Dario Chiarcossi, Andrea Prevesano, Franco Fornasari, Pasquale Coviello, Luciano Collini, Mauro Daltin, Silvio Molinari, Mirco Ongaro, Erminio Polo, Romano Vecchiet, Nicola Gigante, Claudio Causero, Stefano Conedera, Marco Fontanive, Paolo Mecca, Davide Molinari, Matteo Ciani, Antonio Falconieri, Nicola Ancona, Domenico Lenzi, Marcello Aprile, Comitato Berna-Società Dante Alighieri .....................

 

P.S.

Il testo di questo documento è stato scritto nell’ambito dei nostri “Dialoghi al femminile” avviati nel 2020 con il progetto “Dantedì”, giornata nazionale dedicata a Dante Aligheri. In questi dialoghi, soprattutto virtuali a causa della pandemia purtroppo ancora in corso, abbiamo affrontato varie tematiche, a partire dalla riflessione sulla Divina Commedia, attratte dalla sua complessità e riconosciuta bellezza, dalla modernità del messaggio di Dante, dal fascino della sua poesia e dall'amore da lui rivelato per le figure femminili e per la natura.
Nella stesura di questo documento sulla valorizzazione della lingua italiana (che riconosce anche l’importanza fondamentale della conoscenza delle lingue straniere) abbiamo coinvolto altre donne, che hanno letto le nostre considerazioni, le hanno commentate e condivise.
Alcune di loro ci hanno chiesto se potevano aderire anche gli uomini e noi ovviamente abbiamo accettato volentieri e insieme a loro abbiamo diffuso il nostro messaggio ed aggiunto all’elenco delle “condivisioni”, quello delle “adesioni".

 



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