La Cappella di Donna Teresa de Azevedo - Castello di Otranto

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Il Castello di Otranto, che ispirò il primo romanzo gotico della storia, è uno dei più scenografici del Salento. Circondato da un ampio fossato, nelle funzioni di roccaforte difensiva, è stato convertito in contenitore culturale che ospita eventi e mostre, anche a carattere internazionale.

Il suo ampliamento è connesso al drammatico assedio, sferrato nel 1480 da Maometto II, allorquando 800 abitanti, che non abiurarono la religione cristiana, vennero catturati e condotti sul colle della Minerva per essere decapitati dai Turchi, che, a colpi di cannone, avevano espugnato le fragili mura del borgo. Le spoglie mortali dei martiri sono oggi custodite nelle teche della Cattedrale. In seguito a quello sterminio, gli Aragonesi decisero di potenziare la struttura difensiva esistente, con torrioni, dotandoli di cannoniere.

Si possono ammirare ancora oggi diversi elementi architettonici, innalzati per scorgere e respingere i nemici che venivano dal mare, come le torri Alfonsina, Duchessa e Ippolita, il bastione detto Punta di Diamante e la Sala Triangolare realizzata in base a tecniche difensive innovative per l’architettura militare dell’epoca.

Sul portale d’accesso al Castello troneggia altero lo stemma dell’imperatore Carlo V a suggello della dominazione spagnola.

Scevro di ambienti decorati di un certo rilievo, il Castello, ostenta la sua destinazione esclusivamente volta alla difesa e all’utilizzo militare, come si evince passando in rassegna le sale incastonate al suo interno.


Castello di Otranto Castello di Otranto
Castello di Otranto

Castello di Otranto - stemma Carlo V


Sulla volta a botte dell’ingresso, si notano tardi affreschi che raffigurano un cielo stellato ed un invito a visitare la Cappella devozionale ubicata sulla destra.

Spogliata degli arredi sacri, dell’altare e delle tele, la Cappella, ormai sconsacrata, doveva essere intitolata a Sant’Antonio da Padova così come si evince dal cartiglio in spagnolo por su devoción riferito al santo portoghese.

La Cappella del Castello è nota come la Cappella di donna Teresa de Azevedo, nobildonna spagnola scomparsa in giovane età.

E’ l’ambiente più suggestivo del Castello, perché racconta la storia antica di un amore eterno.

Realizzata all’inizio del XVI secolo, la Cappella è costituita da un ambiente rettangolare sormontato da una volta a botte.

Il soffitto presenta sinopie ed affreschi raffiguranti al centro un tondo con l’Incoronazione della Vergine e lungo la parte bassa della volta una serie di medaglioni con figure sacre.


Cappella Castello di Otranto Cappella Castello di Otranto - affreschi


All’interno risalta il settecentesco monumento sepolcrale in pietra leccese di donna Teresa de Azevedo, decorato armoniosamente con motivi barocchi e recante un tenero epitaffio.

Ad erigerlo in sua memoria il marito, don Francisco de la Serna y Molina, al fine di tramandare la tenerezza del loro antico amore.

Tenere e intense le parole incise per l’amata da parte del consorte a suggello di un amore eterno.

Chi fosse donna Teresa, scomparsa in giovane età, lo recita il suo epitaffio: discendente da nobile famiglia spagnola, bella come una dea, esempio e archetipo di pudore e onestà, venne rapita improvvisamente dalla morte il settimo giorno dalle calende di marzo, lasciando il marito, all’epoca prefetto regio ad Otranto, in preda alla disperazione.

 

Cappella Castello di Otranto Cappella Castello di Otranto - monumento sepolcrale di donna Teresa

 

In questo luogo fuori dal tempo si possono intravedere, in alto, le tracce dell’antica grata murata, da cui i nobili potevano assistere alle funzioni religiose senza mischiarsi ai soldati.
Sulla parete del piano superiore si può contemplare l’affresco che raffigura un aristocratico.
Secondo la leggenda, si tratterebbe del malinconico Don Francesco. Il nobiluomo avrebbe fatto imprimere lì la sua effigie per vegliare in eterno la sua diletta sposa e la cappella sottostante, dove ancora il loro amore continua a vibrare.

 

Cappella Castello di Otranto Castello di Otranto - affresco don Francesco

 

Una dolce storia d'amore senza fine, che ha resistito al tempo e che emoziona tuttora, ancor più in un momento di grande riflessione sulla violenza di genere, un gravissimo problema sociale che non conosce confini geografici e culturali.
Un racconto fantasioso e affascinante su Donna Teresa de Azvedo, in questi luoghi avvolti in un alone di mistero e leggenda, lo ritroviamo in “Donna Teresia de Azvedo. Il fantasma del Castello di Otranto” di Annamaria Gustapane.


La Cappella di donna Teresa de Azvedo
è stata oggetto di un Progetto di acquisizione digitale, ricostruzione tridimensionale e rappresentazione virtuale, realizzato a cura di Virginia Valzano.

Il lavoro di acquisizione digitale è stato effettuato mediante uno scanner 3D laser.

E’stato realizzato, con la collaborazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna (partner CEIT), un modello 3D completo di colore e l’animazione del modello secondo un percorso predefinito che consente all’utente, attraverso vari media, una visita virtuale.

In particolare, la ricostruzione tridimensionale della Cappella è accessibile in stereoscopia, in tempo reale e in maniera interattiva, attraverso il Teatro Virtuale 3D del CEIT.


Cappella Castello di Otranto - scanner 3D laser Cappella Castello di Otranto - monumento sepolcrale di donna Teresa
Cappella Castello di Otranto - modello 3D

Cappella Castello di Otranto - modello 3D

Cappella Castello di Otranto - modello 3D
Cappella Castello di Otranto - modello 3D

 

La ricostruzione e animazione 3D della Cappella di donna Teresa de Azevedo è stata inoltre inserita nel video-documentario “Tesori di Otranto in 3D”, realizzato a cura di Virginia Valzano, primo classificato a livello nazionale nella categoria e-Culture & Tourism dell'Italian eContent Award 2015 e accessibile su DVD e in Internet, in italiano e in inglese.

 

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