"Dantedì" giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri - Applicazioni, Pubblicazioni elettroniche, Video - "Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico - Il Pino"

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giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri




Applicazioni-Pubblicazioni elettroniche-Video



Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico

Un Progetto di Virginia Valzano, Rita Accogli, Gabriella Sartor e Maurizio Romani

“Non avea pur natura ivi dipinto,
ma di soavità di mille odori
vi facea uno incognito e indistinto.”
Purgatorio VII vv. 79-81

 


Il Pino (Pinus L.)


La pineta di Classe-Ravenna (ph. N. Strocchi)



Nome Comune: Pino

Nome Scientifico: Pinus L.

Nome Inglese: Pine

Famiglia: Pinaceae

Etimologia del nome: il nome deriva dal latino “pīnus”.

Note: Pino (Pinus L.) è il nome comune di un genere di alberi e arbusti sempreverdi, appartenente alla famiglia Pinaceae. A questo genere appartengono circa 120 specie.
In Italia si trovano una quindicina di specie, indigene ed esotiche, tra le quali: il p. domestico o p. d’Italia o p. da pinoli (lat. scient. Pinus pinea), con tipico portamento a ombrella, presente in genere lungo le coste e quasi ovunque coltivato; il p. marittimo o p. selvatico o pinastro (lat. scient. P. pinaster, sinon. P. maritima), con portamento piramidale nelle piante giovani, ombrelliforme in quelle adulte e localizzato lungo le coste dalla Liguria alla Toscana; il p. larìcio; il p. d’Aleppo o di Gerusalemme (lat. scient. P. halepensis), specie comune in tutta la penisola soprattutto lungo le coste nelle pinete e nelle garighe; il p. nero o p. austriaco (lat. scient. P. nigra), con pigne ovoidi, comune nelle Alpi venete e coltivato anche altrove nelle Alpi e nell’Appennino; il p. loricato (lat. scient. P. leucodermis), che vive nelle regioni nord-orientali dell’area mediterranea ed è presente, ma raro, anche nell’Appennino centro-meridionale (Maiella e Pollino); il p. silvestre o p. di Scozia o p. rosso (lat. scient. P. sylvestris), con pigne sessili strettamente coniche, presente nelle pinete del piano montano dell’Italia settentrionale.; il p. cembro (p.cembra) e il p. mugo.
Vedi: https://www.treccani.it/vocabolario/pino/ .



Il Pino nella Divina Commedia



Audio versi


Purgatorio, Canto XXVIII, versi 7-21

Un’aura dolce, sanza mutamento
avere in sé, mi feria per la fronte
non di più colpo che soave vento;

per cui le fronde, tremolando, pronte
tutte quante piegavano a la parte
u’ la prim’ombra gitta il santo monte;

non però dal loro esser dritto sparte
tanto, che li augelletti per le cime
lasciasser d’operare ogne lor arte;

ma con piena letizia l’ore prime,
cantando, ricevieno intra le foglie,
che tenevan bordone a le sue rime,

tal qual di ramo in ramo si raccoglie
per la pineta in su ‘l lito di Chiassi,
quand’Eolo scilocco fuor discioglie.


Parafrasi: Una brezza dolce e regolare mi colpiva la fronte, non più forte di un dolce vento; a causa di essa le fronde, tremolando, si piegavano tutte verso la parte (a occidente) in cui il santo monte proietta la prima ombra; tuttavia non si piegavano tanto che gli uccellini, sui rami, cessassero di adoperare ogni loro arte (di cantare); ma con piena gioia, cantando, accoglievano le prime ore del giorno tra le foglie, che facevano accompagnamento ai loro canti, proprio come avviene di ramo in ramo nella pineta sul lido di Classe, quando Eolo scioglie il vento di scirocco.

Note: Nella Pineta di Classe (v. foto-N.Strocchi), citata da Dante sono presenti diverse varietà botaniche e varie specie di pino, tra cui il Pino domestico, il Pino marittimo, il Pino d’Aleppo.


Il Pino nel Salento


Nel Salento, le pinete costituiscono un aspetto vegetazionale importante; esse hanno sostituito i fitti e impenetrabili boschi di querce e le macchie in prossimità del mare, diventando luoghi di amenità e ristoro, soprattutto nella stagione estiva. Si tratta di impianti realizzati dall’uomo in questi ultimi secoli, composte da tre sole specie: il Pino marittimo, il Pino d’Aleppo e il Pino domestico; solo la Pineta di Ugento potrebbe essere una formazione spontanea!
Il più caro all’uomo salentino è il Pino domestico: alto e maestoso, con la sua chioma ad ombrello, è un elemento fondamentale delle Ville storiche e delle pinete salentine. Nelle campagne e nelle vecchie masserie rimarca viali alberati, aree di lavoro o di sosta per carri e animali. Il lessico salentino lo indica con il nome di “Pino da pinoli”, perché è l’unico del Genere Pinus in grado di maturare grossi pinoli edibili. Soprattutto nel periodo natalizio, la raccolta delle sue grosse pigne viene intensificata, perché i pinoli sono componenti decorativi essenziali di dolci tipici locali come i “fritti” e le “cartellate”; riscaldate al fuoco del camino, le pigne appena raccolte emanano un forte odore di incenso, che profuma l’ambiente domestico e svolge azione bronco-dilatativa.
Nell’orto Botanico dell’Università del Salento è presente il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis Mill).
Nel tarantino, primeggia il Pino d’Aleppo di Palagiano, con i suoi 3,90 m. di circonferenza per 20 di altezza, considerato il più vecchio d’Europa della sua specie, con più di 300 anni d’età. E’ nel territorio del comune di Palagiano, nella zona Pino di Lenne il cui nome trae origine dai boschi di pino d’Aleppo che circondano la foce del fiume Lenne.

Descrizione Botanica


Portamento: Il Pino, simbolo di resistenza e longevità, è un albero sempreverde, che può variare nel portamento, nella forma, nella dimensione e nell’altezza, a seconda della specie. Ad esempio, il pino domestico ha un tipico portamento a ombrella; il pino marittimo ha un portamento piramidale nelle piante giovani, ombrelliforme in quelle adulte. Il Pino d’Aleppo si riconosce per la sua caratteristica chioma globosa, leggera e vaporosa, il tronco contorto con corteccia grigio-chiaro nei rami giovani e con forti screpolature rossastre nel tronco e nelle branche più vecchie. Può raggiungere i 15-20 m di altezza e matura pigne (o strobili) dalla forma ovato-oblunghe di 6-12 cm.

Foglie: Le foglie sono aghi sottili e flessibili, di calibro pari a 0.7 mm e lunghezza che va dai 35 ai 65 mm, di colore verde-giallastro.

Fiori: I fiori sono indicati con il termine di sporofilli, e possono essere riuniti in fascetti rosso-violacei, grandi circa 1 cm, solitari o in gruppetti di 2-3 (macrosporofilli), oppure costituiti da piccoli coni ovoidali di colore giallo riuniti a spiga (microsporofilli). La fioritura è primaverile, da marzo a maggio, a seconda della specie e delle latitudini.

Frutti: I frutti sono costituiti dagli strobili (pigne). La maturazione degli strobili richiede lunghi periodi, dai 3 ai 4 anni sono verdi in età giovanile, diventano legnosi e di color marrone a maturità. La forma e la dimensione delle pigne e dei semi (pinoli) variano a seconda della specie.


Habitat


Pianta rustica e poco esigente, predilige terreni freschi e profondi delle zone litoranee ma si adatta anche a substrati poveri e piuttosto asciutti. Albero tipico delle pinete e garighe costiere, è distribuito in tutto il Bacino Mediterraneo spingendosi sino agli 800 m di altitudine. In Italia, è presente in quasi tutte le regioni costiere, dalla Liguria al Friuli, nell’area dell’Oleo-Ceratonion, nella macchia termofila, spesso con portamento arbustivo e con chioma deformata a bandiera per l’azione meccanica dei venti che spirano dal mare e della salsedine che danneggia le gemme più esposte.


Raccolta


Nelle giornate calde d’estate, nelle ore della caligola, sotto l’albero del Pino è facile sentire uno schioppettìo quasi continuo: è l’apertura delle legnose squame degli strobili che si aprono per liberare i pinoli, semi lunghi 5-6 mm, provvisti di un’ala membranacea di 2 cm, alloggiati a due a due alla base di ciascuna squama e ricoperti di una polverina (pruinosità) marrone. Le pigne cadono quando hanno ormai disseminato, in autunno, e costituiscono un buon materiale da triturare e utilizzare in pacciamature vivaistiche o per attizzare il fuoco nei camini domestici!

Utilizzo


Il Pino d’Aleppo; insieme con le altre due specie, viene considerato componente importante degli aspetti naturalistici italiani. Gli aghi e la corteccia sono ricchi di tannini, sostanze antinfiammatorie; i canali resiniferi producono abbondante resina che un tempo veniva utilizzata per il trattamento tannico delle reti da pesca. Resiste bene all’aridità e si adatta a terreni poveri e sassosi, è una specie frugale e a crescita veloce; perciò è stato largamente utilizzato per gli interventi di rimboschimento di aree estremamente degradate. In realtà, le pinete litoranee salentine sono ormai ambienti molto antropizzati, utilizzate per pic nic o aree relax, quasi prive di strato arbustivo.


Proprietà e benefici


Alle gemme e agli aghi di Pino vengono attribuite diverse proprietà, fra cui quelle diuretiche, balsamiche, secretolitiche, espettoranti e leggermente antibatteriche.
I pinoli sono semi ricchi di proteine, di Vitamine (in particolare E, B, PP), di Calcio, Magnesio e Ferro. Da sempre utilizzati in gastronomia per pietanze salate e dolci, sono ingrediente del tipico pesto alla genevose, ormai adottato in ogni parte dell’Italia, di insalate miste, di risotti, del castagnaccio, dello strudel e dei “fritti” salentini.

 

Vedi anche:

https://www.biofuturo.net/index.php/it/dantedi/il-pino



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