"Dantedì" giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri - Applicazioni, Pubblicazioni elettroniche, Video - "Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico - Il Gelso"

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giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri




Applicazioni-Pubblicazioni elettroniche-Video



Il viaggio di Dante nell'Orto Botanico

Un Progetto di Virginia Valzano, Rita Accogli, Gabriella Sartor e Maurizio Romani

“Non avea pur natura ivi dipinto,
ma di soavità di mille odori
vi facea uno incognito e indistinto.”
Purgatorio VII vv. 79-81

 


Il Gelso (Morus L.)


gelso-frutti


Nome Comune: Gelso

Nome Scientifico: Morus L.

Nome Inglese: Mulberry

Famiglia: Moraceae

Etimologia del nome: Il nome generico "Morus" viene dal latino "mōrus", parola mediterranea attestata anche nel greco μόρον "móron", "nero" per via del colore dei frutti di alcune varietà.

Note: Le principali specie di Gelso, conosciute e rinvenibili in Italia e in Europa sono: il Gelso nero (Morus nigra L.) originario del Medio Oriente; il Gelso bianco (Morus alba L.), originario dell'Estremo Oriente; il Gelso rosso (Morus rubra L.), originario del Nordamerica.
Molto simili nell’aspetto, queste specie si distinguono soprattutto per il colore che i frutti assumono a maturazione. Quelli del gelso nero sono molto scuri, più chiari quelli del bianco e rosso vivo quelli del gelso rosso.
Nel linguaggio dei fiori, il significato di questa pianta dipende dalla varietà di riferimento: quello nero indica saggezza, il bianco vanità, ma anche benessere e sicurezza interiore. Quello rosso, invece, indica desiderio e passione.



Il Gelso nella Divina Commedia



Audio versi


Purgatorio, Canto XXVII, versi 37-39

Come al nome di Tisbe aperse il ciglio
Piramo in su la morte, e riguardolla,
allor che ‘l gelso diventò vermiglio;


Parafrasi: Come Piramo in punto di morte aprì gli occhi sentendo il nome di Tisbe, e la guardò intensamente, e da quel momento il gelso divenne rosso; così io, sentendo il nome di Beatrice, che sempre riaffiora nella mia mente, abbandonata la mia ostinazione, mi volsi alla mia saggia guida.

Note: Ovidio nelle sue “Metamorfosi” narra di una leggenda legata alla storia di due giovani amanti, Piramo e Tisbe, che si incontravano segretamente proprio sotto un grande albero di gelso che sorgeva accanto ad una fonte. Per una triste fatalità, il sangue dei due ragazzi morenti schizzò sui frutti di quella pianta e da allora le more di gelso si tinsero di rosso scuro. Questo racconto, molto popolare nel Medioevo, Dante lo cita nella Divina Commedia (Purgatorio, Canto XXVII, versi 37-39).


Il Gelso nel Salento


Nel Salento sono diffuse varietà di gelso bianche, nere e screziate. Come in altre parti d’Europa, anche nel Salento, il gelso si diffonde per l’allevamento del baco da seta che si ciba delle sue foglie, specialmente di quelle della varietà bianca. Alcune fonti documentano la tessitura della seta a Otranto, Sanarica e Lecce già nel XVII sec. Una testimonianza della produzione di bachi da seta la si può trovare in un proverbio dialettale che recita: “De S. Giuseppe la semente am piettu, de la Nunziata la semente è nata” che sta ad indicare l’usanza, per le mogli dei bachicoltori, di porre in petto le uova dei bombici il 19 di marzo (S. Giuseppe), per farle schiudere con il tepore dopo circa una settimana, il 25 dello stesso mese (Annunciazione B.V.). Per S. Giuseppe il seme (le uova del baco da seta) in petto, per l’Annunziata il bruco è nato. Il legno, compatto e resistente, del gelso veniva utilizzato dai maestri d’ascia di Marittima per i dritti di prua delle barche. Alcune varietà di gelso le troviamo ancora oggi nei paesi sopra citati e in altri Comuni del Salento, come Collepasso e Tuglie. Nel corso dei decenni la coltivazione del gelso è andata perdendosi, ma, negli ultimi anni, si sta cercando di rilanciarla.


Descrizione Botanica


Portamento: Albero a foglie caduche, di altezza sino a 15-20 m, con corteccia scura e screpolata, con chioma di forma globosa-espansa. L’apparato radicale è robusto, elastico ed espanso. Il gelso nero si presenta più basso, meno slanciato e con chioma più arrotondata di quella del gelso bianco.

Foglie: Le foglie sono alterne, su un picciolo sottile e scanalato, hanno lamina intera, dentato-seghettata e forma cordata; la pagina superiore è lucida, quella inferiore è ricoperta da peluria.

Fiori: I fiori sono unisessuali, quelli femminili riuniti in corti amenti sessili, quelli maschili riuniti in lunghi amenti peduncolati.

Frutti: L’infruttescenza, detta sorosio (insieme di piccole drupe), acquista colore e matura in maggio-giungo. I frutti del Morus nigra sono più allungati, più grossi, succosi e molto più scuri rispetto a quelli del Morus alba, anche se a volte i colori si assomigliano; sono aciduli prima della maturazione, ma in seguito molto dolci, più di quelli del gelso bianco. Come albero da frutto, il gelso nero è quello più utilizzato poiché produce drupe più carnose, abbondanti e succulente. Già nell’antica Grecia e durante l’Impero Romano, il gelso nero era considerato l’albero dai frutti più equilibrati per acidità e dolcezza.


Video: Ciclo riproduttivo del Gelso


Habitat

Il Gelso nero vive spontaneo nelle zone rocciose in prossimità del mare, ma è diventata una specie sempre più rara da incontrare, sia allo stato selvatico che coltivato, a causa delle forti modificazioni ambientali modificate dall’uomo. Tollera bene sia la siccità che il freddo intenso.
Il Gelso bianco cresce su qualsiasi tipologia di terreno, dall'argilloso al sabbioso, presentando un'elevata capacità di adattamento; può vivere fino a 150 anni. Questo gelso venne introdotto in Europa grazie a monaci italiani di ritorno dai loro viaggi di evangelizzazione in Asia, assieme ad alcuni bachi da seta, anche se solo nel XII secolo si ebbe una massiccia diffusione, finalizzata all'allevamento dei bachi; la coltura del gelso ebbe una fondamentale importanza sino agli anni '50 del secolo scorso, quando le fibre sintetiche decretarono la fine della seta naturale.
La decadenza dell'allevamento del baco da seta, non solo in Italia, ma nell'intera Europa, ha portato alla quasi scomparsa di un qualsiasi interesse agricolo verso questa specie.
La varietà rossa è molto diffusa in Nord America, molto meno in Europa. Cresce anche spontaneamente nei boschi in prossimità di corsi d’acqua e si caratterizza per i frutti piccoli, ma particolarmente dolci e succosi che maturano in estate. Essi costituiscono il principale nutrimento di molti uccelli e animali selvatici.


Raccolta

I frutti maturano e si raccolgono generalmente nel mese di maggio.

 

Utilizzo

Le specie del genere "Morus" vengono coltivate e utilizzate per diversi scopi: i frutti (chiamati anche more) sono edibili, ottimi mangiati freschi e per le granite (famosa la granita siciliana ai gelsi), per la produzione di confetture e distillati. Inoltre, da essi vengono estratti oli essenziali usati come aromatizzanti per cosmetici naturali. Le foglie (soprattutto del gelso bianco) un tempo erano molto utilizzate in bachicoltura come alimento base per l'allevamento dei bachi da seta. Gli alberi sono utilizzati come piante ornamentali e per l’ombra in parchi e giardini, per ricavarne legname facilmente lavorabile, buona legna da ardere e per ricavarne pertiche flessibili e vimini per la fabbricazione di cesti.


Proprietà e benefici

I frutti vengono utilizzati quasi esclusivamente allo stato fresco, sono ricchi di acido malico e vengono impiegati per la preparazione di sciroppi e marmellate. Hanno proprietà astringenti ed espettoranti per l’elevato contenuto in vitamina C e di zuccheri.

 

Vedi anche: https://www.biofuturo.net/index.php/it/dantedi/gelso



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